Anche quest’anno è tornato, il mio vicino di casa, è venuto a svernare qui sui Colli Euganei.
Appena arriva non puoi proprio non accorgertene. È tutto uno sbattere, vola la polvere e vecchie foglie ferme negli angoli, grandi pulizie, si fa spazio e si riassetta con un sole tiepido che ancora rende piacevoli le giornate che piano piano si accorciano.
Lo vedi sbucare qui e là, prima da questa finestrella, poi da quell’altra. Tutto impettito nel suo cappotto rosso, osserva chi passa e non manca mai di dare una voce a chi si avvicina a casa sua.
E quando è venuta, una notte, la neve, l’abbiamo visto intento a togliere quella che si era posata nel suo cortile con meticolosità e impegno.
Era un bel freddo, come solo il freddo che viene dal lontano nord, con quel profumo di neve e di aria pura, quel profumo che sa di un altro tempo. Un po’ preoccupati per il nostro vicino siamo andati a portargli qualcosa da mangiare. Non l’abbiamo visto e ce ne siamo tornati al caldo un po’ in pensiero.
Ma la mattina dopo era lì, appoggiato su quel ramo che sporge dalla siepe che è casa sua, si godeva il sole con i piccoli occhi chiusi, quando abbiamo aperto la finestra ci ha guardato, ha arruffato le penne, ci ha salutato con un balzetto e un cinguettio ed è tornato al sicuro tra i folti rami di casa sua.
Adesso è quasi primavera, il pettirosso, si sta preparando a partire, va su al nord, insegue quel vento freddo e quel profumo di un altro tempo. Questa mattina ho guardato dalla finestra il trespolo su cui è solito sostare, mia figlia l’ha chiamato, ma il trespolo era vuoto, è partito.
Buon viaggio amico mio ci rivediamo quest’autunno, un po’ più spelacchiati magari, ma con qualche storia in più da raccontare.